Pozzuoli, l’antica Puteoli Romana, che con il suo porto fu il principale crocevia di scambi commerciali del Mediterraneo, conserva importanti testimonianze del passato.
Le arti del vetro, della ceramica, dei profumi, dei tessuti, dei colori e del ferro trovarono larga diffusione, per la presenza di maestranze locali educate a tradizioni fenicie, ellenistiche ed egiziane. Attraverso il suo porto, Puteoli assimilò anche i segni di altre civiltà e religioni. Infatti, è storicamente accertata la sosta di sette giorni di San Paolo che, nel 61, vi trovò già una comunità di cristiani.
La città prosperò fino a quando il porto rispose alle esigenze del commercio romano, ma subì un duro colpo con l’apertura di quello di Ostia. Con l’accentuazione del bradisismo discendente, che sommerse le opere portuali, e con la caduta di Roma (476 d.C.), Puteoli divenne un piccolo centro di pescatori e, nel Medioevo, i Campi Flegrei furono solamente meta di brevi soggiorni termali. Soltanto dopo l’eruzione del Monte Nuovo (1538), Pozzuoli iniziò una lenta ripresa socio-economico-urbanistica, per opera del viceré spagnolo don Pedro Alvarez de Toledo.

Ecco un itinerario per scoprire Pozzuoli:

  • Il “Rione Terra” e la Pozzuoli sotterranea

Nato come fortificazione romana contro l’assedio di Annibale, l’insediamento del Rione Terra di Pozzuoli è stato abitato sino al 1970 quando, a causa del bradisismo venne completamente evacuato.
Il percorso archeologico sotterraneo del Rione Terra è un viaggio nell’antica colonia romana Puteoli e si sviluppa lungo gli assi principali della città romana, cardi e decumani, tra botteghe, magazzini, criptoportici, depositi di grano e forno per il pane.

  • Tempio di Serapide

Durante lo scavo (1750) fu rinvenuta una statua del dio egiziano Serapis e, pertanto, fu ritenuto impropriamente un “tempio”. Studi successivi hanno invece accertato che si tratta dell’antico Macellum, cioè il mercato pubblico della Puteoli romana. Esso è, per dimensioni, il terzo più importante monumento romano di questo tipo.
Le tre colonne in marmo cipollino, simbolo della città di Pozzuoli, presentano evidenti tracce di fori praticati dai litodomi che testimoniano l’alterno movimento bradisismico della zona. Il Macellum catalizzò l’attenzione di studiosi anche stranieri, per il monitoraggio del fenomeno vulcanico tipicamente flegreo, come Charles Babbage e Charles Lyell.
Visitabile solo il sabato e la domenica e nei festivi.

  • Anfiteatro Flavio di Pozzuoli

Iniziato sotto Nerone e completato da Vespasiano (69-79 d.C.), poteva contenere circa 20.000 spettatori. Ben conservati i sotterranei dove è stato possibile studiare il complesso sistema di sollevamento delle gabbie con le belve. Nel 305, sotto la persecuzione di Diocleziano, furono esposti nell’arena sette martiri cristiani: i beneventani Gennaro, Festo e Desiderio, il misenate Sosso, e i puteolani Procolo, Eutiche e Acuzie, poi decapitati nei pressi della Solfatara.